BENVENUTI IN UN MONDO SENZA REGOLE
Il primo contatto con VivaMafarka l'ho avuto in seguito alla brillante azione inaugurale di CasaPound Bologna: l'incappucciamento dei parcometri. Conoscevo già a grandi linee CasaPound in virtù dei miei frequenti soggiorni romani, ma non avevo mai approfondito l'argomento. Sono stato io a spingere per l'inserimento di un riferimento esplicito a CasaPound nella tanto contestata cartolina di "Italo". Al tempo ero convinto che fosse solo una versione più hipster di ForzaNuova. Una volta scoperto che questi fascisti stavano muovendosi sul mio territorio, mi sono sentito in dovere di documentarmi. Google mi ha condotto su VivaMafarka .
Il panorama che mi sono trovato davanti una volta entrato nel forum, però, era ben differente da quello che mi sarei aspettato. Mi sono trovato di fronte ad una destra anticlericale. Ad una destra nazionalista, ma contraria a CPT e reato di clandestinità. Un ambiente in cui atteggiamenti apertamente omofobi venivano stigmatizzati. Uno scenario a cui non ero proprio preparato, e che ha generato in me un casino di curiosità.
Ho deciso di iscrivermi a VivaMafarka spinto da questa curiosità, per spirito di confronto. Era una scelta privata. E' stato qualcun altro a decidere che fosse necessario mettermi alla gogna, sulla piazza pubblica di IndyMedia. Non sono la prima persona di sinistra ad iscriversi al forum, esponenti più autorevoli di me del movimento LGBT hanno già instaurato un dialogo con esponenti di CasaPound. Io non sono nessuno, faccio il grafico, se volevo essere famoso facevo il rapper. Il mio unico peccato è essere dannatamente curioso, e non prendere per oro colato quello che mi è stato insegnato. Vivo nell'esaltazione del dubbio.
Più o meno contemporaneamente è arrivata la notizia dei tafferugli tra fazioni differenti di sedicenti "antifascisti" (non farò nomi, dò per scontato che sappiate tutti di chi stiamo parlando...) Ho sempre pensato che "spedizione punitiva" fosse un concetto di stampo prettamente "fascista". Vedere realtà che rivendicano e si propongono di diffondere i valori dell'antifascismo fare uso di squadracce di picchiatori come strumento di dialettica politica, mi spiace, ma mina profondamente il senso stesso del termine "antifascismo", scollandone irrimediabilmente il significante dal significato.
Il finesettimana prima del Pride scendo a Roma, avevo bisogno di una pausa ed in quei giorni al Forte Prenestino c'è la quarta edizione di CRACK!, la mostra-incontro di fumetti indipendenti dove l'anno scorso avevamo portato la Mostra Innominabile. Negli stessi giorni, ad Area19, c'è il raduno nazionale di CasaPound Italia, ed il sabato sera è in programma il concerto degli ZetaZeroAlfa. Sono curioso, molto curioso, voglio vedere dal vivo questi che si definiscono "fascisti del terzo millennio" ("fascisti", questa cosa ovviamente mi mette a disagio, ma poi ripenso alle recenti azioni degli "antifascisti", mi vedo costretto a concedere il beneficio del dubbio). Esterno il mio desiderio agli amici, non nego che il fascino del proibito mi dà adrenalina. Non trovo nessuno abbastanza pazzo da seguirmi in questa missione che a detta di molti non può che essere suicida. Mi faccio coraggio. Vado da solo. Sopravvivo.
Tornato a Bologna, pochi giorni dopo scopro su un blog che non ero l'unico omosessuale presente. Il pomeriggio si erano avventurati nella sedicente postazione nemica Guido, un esponente del Mario Mieli e Federico un compare blogger (unico pazzo offertosi di accompagnarlo). Non solo questi erano andati ad Area19 durante il raduno, ma avevano addirittura parlato con Gianluca Iannone, identificandosi per quello che erano e per l'esperienza politica da cui provenivano. Per un attimo ho avuto la sensazione di non essere matto. Poi ho razionalizzato che, verosimilmente, magari ero matto comunque, ma almeno non ero il più matto.
La curiosità sale. Decido di iscrivermi nel forum. Mi rendo conto perfettamente del fatto che il forum è pubblico, e che presto o tardi qualcuno che mi conosce sarebbe venuto a sapere di queste mie frequentazioni, ma decido comunque di iscrivermi senza usare una falsa identità, presentandomi esattamente per chi ero e per quello che avevo fatto. Resto spiazzato dall'accoglienza e dal livello di dialogo a cui sono disposti molti (ovviamente non tutti) dei partecipanti al forum. Inizio a condividere questa mia esperienza con gli amici, cerco di mettere "in guardia" su queste mie frequentazioni le persone più vicine per fare in modo di non farli trovare impreparati ad eventuali, inevitabili gossip e malignate (inutile dire che avevo sottovalutato l'impatto che avrebbe avuto la notizia).
In un panorama stagnante, in cui il movimento esaurisce le sue energie in stupide lotte intestine ormai incapace di sforzi costruttivi. In cui non si riescono a mettere d'accordo quattro realtà su un'iniziativa comune e quell'impegno che dovrebbe essere indirizzato a produrre contenuti si perde nello stuprare la grammatica italiana con un'overdose di inutili asterischi, rivendico il mio diritto di guardarmi attorno, e verificare di persona quanto spesso viene dato per scontato. E' assurdo che chi per primo lotta per non essere vittima di pregiudizi, poi alimenti passivamente gli stessi meccanismi che rifugge. Dal dialogo con le persone che già sono d'accordo con te non si ottiene nulla, credo che sia molto più utile (e molto più divertente) confrontarsi con persone con opinioni il più distanti possibile dalle mie. Mi prendo tutti i rischi e le responsabilità annesse al caso, ma mi rifiuto di essere messo in croce per questo. Stigmatizzare pubblicamente questa mia scelta, costringendomi a subire pesanti attacchi personali solo perchè ho rotto il tabù del dialogo col nemico atavico non è molto differente dal bruciare in piazza i libri messi all'indice.
Per tutti quelli che sono preoccupati dal fatto che io possa diventare fascista, se c'è un filo rosso che lega tutte le mie esperienze e collaborazioni fino ad oggi è che, evidentemente, ho serissimi problemi nell'identificarmi in un gruppo, e che proprio non riesco a digerire le cose che mi vengono imboccate. Non ho mai indossato la divisa o il distintivo di nessuno (fatta eccezione, ovviamente per la divisa della Flotta Stellare, ma per chi sa da dove proviene il mio appellativo, sa anche che Q non indossa quell'uniforme certo per senso d'appartenenza, ma più per scimmiottamento). Ed è proprio per questo che più o meno tutte queste esperienze sono terminate con una mia più o meno dichiarata cacciata. L'unica realtà che fa eccezione in questo, l'unico marchio che abbia mai accettato di vestire è CarniScelte, ma proprio perchè CarniScelte si propone fin dall'inizio (sua grande forza ed insuperabile debolezza) di essere un branco di cani sciolti (quindi un ossimoro fin dalle premesse), un rifugio per reietti ed indesiderati.
Per tutti quegli altri che invece si ergono a MOIGE LGBT, e strumentalizzano la mia vita privata per infangare il successo del Pride bolognese, non meritate nè attenzione nè rispetto.
Non vi va bene? Andatevene tutti a fare in culo, io me ne vado in vacanza.
Lorenzo "Q" Griffi
Il panorama che mi sono trovato davanti una volta entrato nel forum, però, era ben differente da quello che mi sarei aspettato. Mi sono trovato di fronte ad una destra anticlericale. Ad una destra nazionalista, ma contraria a CPT e reato di clandestinità. Un ambiente in cui atteggiamenti apertamente omofobi venivano stigmatizzati. Uno scenario a cui non ero proprio preparato, e che ha generato in me un casino di curiosità.
Ho deciso di iscrivermi a VivaMafarka spinto da questa curiosità, per spirito di confronto. Era una scelta privata. E' stato qualcun altro a decidere che fosse necessario mettermi alla gogna, sulla piazza pubblica di IndyMedia. Non sono la prima persona di sinistra ad iscriversi al forum, esponenti più autorevoli di me del movimento LGBT hanno già instaurato un dialogo con esponenti di CasaPound. Io non sono nessuno, faccio il grafico, se volevo essere famoso facevo il rapper. Il mio unico peccato è essere dannatamente curioso, e non prendere per oro colato quello che mi è stato insegnato. Vivo nell'esaltazione del dubbio.
Più o meno contemporaneamente è arrivata la notizia dei tafferugli tra fazioni differenti di sedicenti "antifascisti" (non farò nomi, dò per scontato che sappiate tutti di chi stiamo parlando...) Ho sempre pensato che "spedizione punitiva" fosse un concetto di stampo prettamente "fascista". Vedere realtà che rivendicano e si propongono di diffondere i valori dell'antifascismo fare uso di squadracce di picchiatori come strumento di dialettica politica, mi spiace, ma mina profondamente il senso stesso del termine "antifascismo", scollandone irrimediabilmente il significante dal significato.
Il finesettimana prima del Pride scendo a Roma, avevo bisogno di una pausa ed in quei giorni al Forte Prenestino c'è la quarta edizione di CRACK!, la mostra-incontro di fumetti indipendenti dove l'anno scorso avevamo portato la Mostra Innominabile. Negli stessi giorni, ad Area19, c'è il raduno nazionale di CasaPound Italia, ed il sabato sera è in programma il concerto degli ZetaZeroAlfa. Sono curioso, molto curioso, voglio vedere dal vivo questi che si definiscono "fascisti del terzo millennio" ("fascisti", questa cosa ovviamente mi mette a disagio, ma poi ripenso alle recenti azioni degli "antifascisti", mi vedo costretto a concedere il beneficio del dubbio). Esterno il mio desiderio agli amici, non nego che il fascino del proibito mi dà adrenalina. Non trovo nessuno abbastanza pazzo da seguirmi in questa missione che a detta di molti non può che essere suicida. Mi faccio coraggio. Vado da solo. Sopravvivo.
Tornato a Bologna, pochi giorni dopo scopro su un blog che non ero l'unico omosessuale presente. Il pomeriggio si erano avventurati nella sedicente postazione nemica Guido, un esponente del Mario Mieli e Federico un compare blogger (unico pazzo offertosi di accompagnarlo). Non solo questi erano andati ad Area19 durante il raduno, ma avevano addirittura parlato con Gianluca Iannone, identificandosi per quello che erano e per l'esperienza politica da cui provenivano. Per un attimo ho avuto la sensazione di non essere matto. Poi ho razionalizzato che, verosimilmente, magari ero matto comunque, ma almeno non ero il più matto.
La curiosità sale. Decido di iscrivermi nel forum. Mi rendo conto perfettamente del fatto che il forum è pubblico, e che presto o tardi qualcuno che mi conosce sarebbe venuto a sapere di queste mie frequentazioni, ma decido comunque di iscrivermi senza usare una falsa identità, presentandomi esattamente per chi ero e per quello che avevo fatto. Resto spiazzato dall'accoglienza e dal livello di dialogo a cui sono disposti molti (ovviamente non tutti) dei partecipanti al forum. Inizio a condividere questa mia esperienza con gli amici, cerco di mettere "in guardia" su queste mie frequentazioni le persone più vicine per fare in modo di non farli trovare impreparati ad eventuali, inevitabili gossip e malignate (inutile dire che avevo sottovalutato l'impatto che avrebbe avuto la notizia).
In un panorama stagnante, in cui il movimento esaurisce le sue energie in stupide lotte intestine ormai incapace di sforzi costruttivi. In cui non si riescono a mettere d'accordo quattro realtà su un'iniziativa comune e quell'impegno che dovrebbe essere indirizzato a produrre contenuti si perde nello stuprare la grammatica italiana con un'overdose di inutili asterischi, rivendico il mio diritto di guardarmi attorno, e verificare di persona quanto spesso viene dato per scontato. E' assurdo che chi per primo lotta per non essere vittima di pregiudizi, poi alimenti passivamente gli stessi meccanismi che rifugge. Dal dialogo con le persone che già sono d'accordo con te non si ottiene nulla, credo che sia molto più utile (e molto più divertente) confrontarsi con persone con opinioni il più distanti possibile dalle mie. Mi prendo tutti i rischi e le responsabilità annesse al caso, ma mi rifiuto di essere messo in croce per questo. Stigmatizzare pubblicamente questa mia scelta, costringendomi a subire pesanti attacchi personali solo perchè ho rotto il tabù del dialogo col nemico atavico non è molto differente dal bruciare in piazza i libri messi all'indice.
Per tutti quelli che sono preoccupati dal fatto che io possa diventare fascista, se c'è un filo rosso che lega tutte le mie esperienze e collaborazioni fino ad oggi è che, evidentemente, ho serissimi problemi nell'identificarmi in un gruppo, e che proprio non riesco a digerire le cose che mi vengono imboccate. Non ho mai indossato la divisa o il distintivo di nessuno (fatta eccezione, ovviamente per la divisa della Flotta Stellare, ma per chi sa da dove proviene il mio appellativo, sa anche che Q non indossa quell'uniforme certo per senso d'appartenenza, ma più per scimmiottamento). Ed è proprio per questo che più o meno tutte queste esperienze sono terminate con una mia più o meno dichiarata cacciata. L'unica realtà che fa eccezione in questo, l'unico marchio che abbia mai accettato di vestire è CarniScelte, ma proprio perchè CarniScelte si propone fin dall'inizio (sua grande forza ed insuperabile debolezza) di essere un branco di cani sciolti (quindi un ossimoro fin dalle premesse), un rifugio per reietti ed indesiderati.
Per tutti quegli altri che invece si ergono a MOIGE LGBT, e strumentalizzano la mia vita privata per infangare il successo del Pride bolognese, non meritate nè attenzione nè rispetto.
Non vi va bene? Andatevene tutti a fare in culo, io me ne vado in vacanza.
Lorenzo "Q" Griffi